2000 issue 84



ARMAND VAN HELDEN
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by Ricky Sada


Di origini olandesi (padre di origini olandesi-indonesiane e madre franco-libanese) Armand Van Helden ricorda con piacere di quando ha "suonato allo Space di Ibiza: da settimane era impossibile trovare un solo posto libero". Classe '74, oggi vive da ricco. Si fa chiamare Pirates Of The Caribbean, Funky Shelltoes, Da Mongoloids, Banji Boys o Hardhead. Spesso parla bene di Roger S, "un grande dj, un vero dj".
Nel'96 ha ideato la speed garage.
"Ai tempi, Pete Tong mi chiese di fare un remix particolare. Una sera nella mia camera da letto, con due piatti e un mixer, cercai di miscelare un disco drum'n'bass a uno house: venne fuori qualcosa di davvero strano, che comunque aveva carica e mi piaceva. Usai questa base per il remix di 'Sugar Is Daddy' che mi venne richiesto da CJ Bolland".

Una hit, tanto che nessuno suonò mai la versione originale. Pazzo, è cultore della miglior scuola hip hop. Ne è una conferma l'album "Enter The Meat Market", su Ruffhouse, label del gruppo Columbia/Sony che in passato pubblicò lavori di Cypress Hill e Fugees.
"Non ho problemi a dire che mi piace l'hip hop e il funky. Sono i generi che più mi attraggono e dove è più possibile trovare parti da campionare. Se ascolti un pezzo hip hop oppure funky, l'istinto ti porta a fregare qualche groove, qualche loop. E' uno stimolo continuo. Il groove è la mia energia e il mio modo per automotivarmi".

Dal funk più puro, Armand ha tratto "The Funk Phenomena", ribattezzata "Ballistic Funk", frutto di esperienza e passione. "Quando avevo quindici anni non potevo spendere tanto. I giradischi non me li potevo permettere. Avevo una doppia piastra per le cassette e i missaggi li facevo così, montando e rimontando i pezzi dei brani che più mi piacevano. Quel registratore era il mio primo... campionatore".

Armad è cresciuto nelle basi militari della Air Force. Il biennio presso il Media Technology a Bunker Hill, nel Massachusetts, lo ha trasformato in un ingegnere del suono.
"Studiavo come tecnico per le produzioni radiofoniche e televisive. Mi ricordo che ai tempi, risparmiando, mi comprai un Ensoniq Mirage: la mia prima tastiera".

New York è il seondo passo e segue l'esperienza di Boston, dove vive sino all'88, poi nel '91 suona di notte al The Loft e di giorno smazza documenti in uno studio notarile, vestito di tutto punto, giacca Armani e cravatta di rigore.
"Era un lavoro come un altro. Sempre meglio che mettere hamburger sulla griglia in uno dei tanti fast-food".

L'arrivo di Neil Petricone della X-Mix cambia le sorti della sua carriera. Nervous e Strictly Rhythm gli stanno alle costole sin dai primi vagiti musicali. Contrattualmente, la spunta la seconda. "Enter The Meat Market" è l'album di Sampleslayer, pseudonimo dietro a cui si nasconde da tempo: 18 tracce di cut-and-paste, di groove hip hop, di old-skool, di taglia, schiaccia, monta e smonta. Armandino è un chirurgo. Il mouse è il suo bisturi, la canzone il suo paziente.
"Prendo groove da dischi hip hop, Disco, funky, soul, house, techno, non c'è problema. L'importante che stiano bene insieme, uno sopra l'altro, con una cassa in quattro quarti, sotto a un cantato, con un basso. L'importante è l'impatto, il risultato finale. Raramente faccio uso di time-stratch, lascio solo che la ritmica respiri, giochi, si alterni: una volta un loop, una volta l'altro".

E "It's Gonna Be Big!", sample che il ragazzo trova nascosto nella accappella di Tori Amos e che viene messo in loop?
"Era l'unica parte parlata e non cantata delle voci che mi avevano spedito. Volevo fare della spacey garage alla... George Clinton. Mi è venuta fuori quella roba lì. 'Funk Phenomena' era funk uptempo, invece".

Ogni remix una storia diversa.
"Per 'Spin Spin Sugar' degli Sneaker Pimps non ho certo fatto miracoli, ho preso il loro groove trip-hop e l'ho pitchato in alto".

Tutto suo è lo stile lavorativo, la tecnica per arrivare là dove gli altri remixer non osano.
"Parto sempre da un sample, uso un campionatore Roland S-760, ho secondi a sufficienza per arrivare a realizzare ciò che voglio. Durante il missaggio faccio una cosa che pochi credono: inserisco manualmente su alcune tracce dei mute per fare una ritmica e a volte un taglio di vocal meno fluidi, più sincopati. Poi lavoro sulle distorsioni e provo a dare una linea più live al lavoro, in modo che quando un dj suona un mio disco riesca a dare un'atmosfera più reale alla serata".

Con "U Don't Know Me" è approdato alla prima posizione della classifica britannica; e con "Flowerz" dentro nella Uk Top 20. Armand ha tentato la scalata ibizenca con "The Boogie Monster" e anche in quel caso è stata vittoria. Singoli che stanno comodamente appisolati nell'album "2Future 4 U". Forse il cambio improvviso è con "The Witch Doctor", singolo del '94, su Strictly Rhythm, che rispecchia appieno il suo carattere.
"Un'esplosiva miscela di techno punitiva, groove house e sirene strappate da rave party, una produzione che mi ha fruttato la collaborazione con Jimmy Somerville a Real McCoy e Ace Of Base".

Il trattamento alle voci dei Rolling Stones, di Janet Jackson, dei Nuyorican Soul, dei Faithless costa caro alle multinazionali: sino a ottanta milioni di lire. L'album "2 Future Of U", su FfRr e distribuito da Polygram, è un grande lavoro, contenente poi "U Don't Know Me" interpretato da Duane Harden e "Flowerz" cantata da Roland Clark.
La sfida? L'annunciato incontro tra Pesi Massimi del mixer, svoltosi presso il Brixton Academy di Londra, è un sogno della sua voglia di osare e provocare. Ha vinto Fatboy Slim, che lo ha messo a tappeto, ma certo è valso il famoso fattore-campo: giocando in casa, a due passi da Brighton, mister Norman Cook è stato decisamente supportato dal calore del pubblico inglese. Van Helden era solo contro tutti. Come nel video di "U Don't Know Me", quando viene respinto da ogni buttafuori, ogni pierre, ogni nottambulo che, sarcasmo a parte, sembra non conoscerlo.

L'ultima pubblicazione, in ordine cronologico, è "Killing Puritans" (suo terzo album), il cui tema è ben chiaro sin dal titolo.
"Mi sono attrezzato per uccidere i puritani, sia di tipo politico che di tipo musicale", chiosa Armand. "Combatto duro contro i signori incravattati delle case discografiche e contro i portaborse della maggioranza politica del sindaco di New York, il signor Giuliani".

Un album duro, in cui c'è meno riverenza nei confronti dei campionamenti anni Settanta.
"Sono andato a scavare in profondità nell'hip-hop, nei synth della pop anni Ottanta e nell'heavy metal. Ho cercato nuove idee e penso di aver trovato qualcosa di buono, no?".

Gli Scorpions sono stati saccheggiati per "Little Black Spiders"; per "Full Moon" è stato scomodato Common, rapper bianco newyorkese; "Flyaway Love" è un brano only-for-dj; "Hybridz" dà spazio a una chiacchierata a due con l'amico Junior Sanchez; "Koochy" è il singolo portante, supportato da un video amatoriale e caratterizzato da una cattiveria sonora fuori dal normale e da un sample prelevato da "Cars" di Gary Numan. Poi c'è la intro di "Killing Puritans", "Breakdancers Call", "House Boxing", "Watch Your Back (Headhunters)" che annovera la voce di N'Dea Davenport, infine "Swamp Thing" e "Conscience", quest'ultima interpretata da Takeitha.

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