(2000 )
"SIAMO L'ECCEZIONE TRA LE ETICHETTE INDIPENDENTI "
Il suo "Lizard" è quasi passato inosservato nel nostro Paese. Ma non negli Usa, dove è stato pubblicato da una etichetta culto della dance, la Eightball, e non in Gran Bretagna, dove è stato stampato da Virgin e (stra)suonato dal disc jockey più famoso del mondo, Pete Tong, nello show di Bbc Radio 1. "'Lizard' è stato consumato da Paul Oakenfold e programmato da Graham Gold in Kiss Fm", dice Mauro Picotto. "Ora il pezzo è numero uno nella Pure Groove Trance Chart, undicesimo nella Buzz Chart e ottavo nella Cool Cut di Music Week. So che a molti certi nomi non facciano lo stesso effetto che fanno a me, ma posso assicurare che raramente un brano musicale dà simili soddisfazioni. E non sono il solo a essere felice: un altro della nostra scuderia, Gigi D'Agostino, con il suo 'Elisir', intitolato 'Your Love' per l'occasione, ha di recente conquistato l'America grazie alla Tommy Boy". Il buon momento della techno italiana viene sottolineato da Picotto con una moltitudine di termini tecnici. Tra l'altro quello di Picotto è un nome di punta del panorama europeo. Per gli amanti della discoteca lui è R.A.F., uno che studia il giusto trend. "L'inizio della mia carriera è simile a quello di tanti altri. La voglia di scoprire cosa potesse celarsi dietro la cabina riservata ai dj e la curiosità mi spinsero a farmi avanti nel mondo della notte". Trent'anni trascorsi non solo a Torino ma soprattutto nelle migliori discoteche del Nord Italia. Le sue qualità vengono sempre più apprezzate. "Le date a cui tengo maggiormente risalgono al 1988, quando partecipai alle finali del campionato DMC, e al 1989, quando vinsi la Walky Cup Competition, una gara per dj trasmessa da Italia Uno nel corso della trasmissione DeeJay Television". Radio DeeJay a quei tempi la faceva già da padrone. Una sorpresa recente è quella di aver accettato di entrare a fa parte degli azionisti della casa discografica Media Records. "Un'offerta di Gianfranco Bortolotti che non solo mi ha inorgoglito ma pure responsabilizzato".
Come sono lontani i tempi di "We Gonna Get It", il suo primo singolo posizionatosi tra i migliori posti delle classifiche europee come i seguenti "We Got to Live Togheter" e "Just Take Me Higher". Il curriculum di R.A.F. col passare degli anni si è arricchito di una serie di collaborazioni coprendo il ruolo di remixer e a volte di producer. Per Cappella, 49ers, Sharada House eppoi Freddy Mercury, Jimmy Sommerville, Datura e altri ancora. "Tramite la musica, l'importante è creare l'atmosfera", pensa Mauro, autore di "Bakerloo Symphony" e "Ocean Whispers". "Ieri si sentiva parlare di dream house grazie a Robert Miles o di progresive grazie a noi. Oggi si è tornati alla techno, che è sempre esistita e sempre esisterà; si proseguirà a confluire in altri generi come è già accaduto in passato. Nella dance music è una norma". Quante situazioni sonore si sono venute a creare in quest'ultimo decennio. "Quattro anni fa, quando si pensava che niente si sarebbe più potuto inventare, prese forma un sound duro ma nello stesso tempo melodico. Noi abbiamo contribuito alla causa con la Bxr, inizialmente una label considerata piccolo laboratorio sonoro". Dopo importanti esperimenti, "addolcendo le basi con riff di chitarre o giri di pianoforte", il gruppo di deejay capitanato da Mauro, Gigi D'Agostino e Mario Più e composto da Farfa, Bismark, Saccoman e Ricky Le Roy arrivava a ideare uno stile ben definito. "La progressive, già: forse era la sorellina della techno. Un movimento nato sicuramente grazie ai deejay della toscana", rammenta Mauro. E oggi? "Oggi il mercato è in crisi. Non si vendono dischi. Ma a noi va bene ugualmente. Il nostro motto è un classico: l'unione fa la forza". Pare sia il motto del Mayday. "Già. L'importante a queste kermesse è esserci. Ma alla grande. In certe occasioni se passi inosservato allora è meglio che non ci vai. Un po' come la Love Parade. E' per questo che anche un evento come il Mayday è da valutare con estrema calma: è stato molto, forse troppo importante.
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