FUTURE STYLE




G I A N N I

PARRINI
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PARRINI
G I A N N I

PARRINI


Exclusive FUTURE STYLE Interview
(-P- & -C- 2001 Future Style)

by Antonio Bartoccetti

Ciao "Maestro", come e perché sei diventato un disc jockey ?

Bhe, la mia storia musicale nacque quando avevo cinque o sei anni; ascoltavo musica degli anni '50 e '60. A tredici anni, per la prima volta, una domenica pomeriggio, sono entrato in una discoteca di Torino e sono rimasto affascinato, non riuscivo a staccare gli occhi dalla consolle; vedevo questo personaggio che metteva su i dischi e faceva ballare la gente; bhe! In quel momento ho avuto la sensazione che anch'io avrei fatto quello. Era l'anno 1973.

La domanda che faccio a tutti i DJ: "Qual è, secondo te, la situazione del popolo della notte, visto che da anni si parla di 'crisi' delle discoteche……

Il concetto 'discoteca', significa luogo dove si può ascoltare della buona musica e ballare. Ora, che cosa c'entrano alcool, droghe, fumo, moda, immagine, pubbliche relazioni, animazione, ecc… Cosa c'entra tutto questo con il concetto della 'discoteca', luogo dedito alla musica? Provate ad immaginare, allora, perché c'è questa crisi…….



Come mai il movimento techno in Europa è fortissimo e seguitissimo mentre in Italia dopo il boom di metà anni '90 si è clamorosamente involuto?

Per mia esperienza, sia nei rave che nelle discoteche europee, il pubblico va per ballare e rimane coinvolto dalle proposte musicali e innovative che propongono loro i Dj cercando di culturizzarli; gli staff che organizzano questo tipo di eventi o serate hanno come primo ed unico obiettivo la musica e la danza e non tutto quello che sopra ho descritto.

Secondo te è un discorso di musica non facile da apprezzare o di pubblico non abbastanza pronto per recepire i suoni della techno?

Come sopra ho già detto, è tutta questione di cultura musicale. Il popolo italiano è molto influenzato da quello che propone la radio, la moda, le riviste musicali (che si occupano di tutt'altro tranne che le musica, vedi classifiche e pettegolezzi)



Che tipo di musiche ascolti al di fuori del lavoro? Hai qualche genere preferito?

Lavoro? E chi lavora? La musica è la mia vita, anche ventiquattr'ore al giorno, considerato che anche quando dormo, dorme la musica. Comunque ascolto solo musica dell'anima, quella fatta con il cuore, insomma, quella che ti fa venire i brividi: tipo chill-out, ambient, electro-ambient, etnica, etnotribal, trance e techno sperimentaleminimale. Penso che basti!! Insomma, amo tutta la musica, purchè sia di qualità……

Se dovessi scegliere un solo locale da ricordare tra tutti quelli che ti hanno visto protagonista in tutta la tua carriera, quale sceglieresti e perché?

C'è un locale che pochi di voi conoscono, ma che è stato il primo locale che mi ha permesso di liberare la creatività, il talento, la conoscenza della musica a livello globale e poterla suonare. Erano gli anni '82/'83/'84, gli anni della new vawe, psycadelia, funk newyorkese, la prima house e tutto quello che comunque era influenzato dall'eletteronica; il nome del locale era 'Insomnia' e si trovava a Portoverde di Riccione, locale fortemente sperimentale nella sua tendenza che ha generato altre disco-figlie e per citarne alcune direi Cocoricò e Cellophane, di cui sono stato il fondatore di questa filosofia musicale ed ancora oggi viene rappresentata.



Tu hai remixato 'NUCLEAR SUN' che è stato (prima ancora di 'Children' di Robert Miles) il disco spartiacque per eccellenza tra techno e commerciale. Le basi dei pezzi commerciali di oggi sono sempre più techno, non credi che il pubblico sia ormai pronto al grande ritorno della progressive?

In realtà tra techno e progressive non c'è differenza, visto che sono figlie della stessa mamma elettronica e , visto che l'elettronica dagli anni '73, '74 in poi è sempre stata presente nelle produzioni discografiche, non parlerei di un grande ritorno, ma più che altro di considerare la musica e la sua evoluzione; penso che il pubblico dovrebbe essere stato contaminato dall'elettronica già da molto tempo, quindi se per un certo periodo l'elettronica non veniva suonata nelle radio e nei club, certamente non dipendeva dal pubblico ma dai gestori, direttori artistici e Dj senza talento, creatività e coraggio

Cosa vorresti trovare di nuovo in questa società, il 1 gennaio 2001?

Amore, rispetto, pace, armonia, gioia, collaborazione, sinergie e soprattutto positività.

Arriverà (fra cent'anni) il momento di smettere di lavorare come DJ, come vedi il tuo futuro una volta sceso dalla consolle?

La cosa più importante è che non scenda dalla musica e questo sarà molto difficile in quanto, come ho già spiegato prima, la musica è la mia vita

Parrini Gianni



Domanda banale ma obbligatoria: cosa ti aspetti professionalmente e umanamente da questo nuovo millennio ?

Professionalmete vorrei trovare delle persone, gestori e direttori artistici che abbiano la voglia di portare il benessere nelle discoteche, attraverso un progetto che ho in mente, che si chiama 'DISCOSANA': sarebbe l'evoluzione della discoteca nel nuovo millenio. Umanamente: amore senza condizioni e senza limiti rivolto a tutto e a tutti.

Hai qualche produzione in uscita o in fase di lavorazione?

Ho in fase di lavorazione il secondo Lp intitolato 'Spiritual Freedom' dal quale verranno estratti anche dei single.



Cosa ne pensi del boom di Internet che ormai è scoppiato anche in Italia?

Internet: limiterei il tempo che si passa davanti al computer, per non farsi fare il lavaggio del cervello; penso che la musica sia un messaggio molto più prezioso.

Per concludere, qual è il tuo giudizio su 'Future Style'?

Amo le riviste che parlano di musica.



Senti, Gianni, alla luce degli ultimi fatti di cronaca, si è risollevato l'antico problema della droga in discoteca, siccome sei sempre stato molto sensibile ed impegnato su questo argomento, vorrei avere la tua opinione.

Penso che il problema non sia fare l'esperienza, ma il perché i ragazzi la fanno. In questi anni ho vissuto intensamente questa mia ricerca personale interiore ed oggi sono pronto per far nascere all'interno della discoteca una nuova proposta: estasi, sì, ma quella divina, quella naturale, quella che ci portiamo con noi quando veniamo al mondo: tutti ce l'hanno. E' l'intima essenza della vita. E' parte dell'essere vivo. La vita è estasi. Estasi significa libertà, poter danzare sotto le stelle, camminare nel vento, parlare con il sole e con la luna.



Credi che ci sia veramente una relazione tra la musica da discoteca e lo sballo (che ormai viene appuntochiamato del sabato sera) delle droghe chimiche?

No, no, no, no, no……provate ad immaginare questa scena: quando vedi un ballerino, un vero danzatore, non uno che fa delle performance, vedrai che non è lui che balla, no. Qualcosa del trascendente sta danzando in lui. E' totalmente immerso nella danza. In alcuni momenti, il grande ballerino, esegue delle piroette fisicamente impossibili, la legge di gravità non permette una simile elevazione. Molte volte gli viene chiesto: 'Ma come fai?' e lui rispondeva: 'Sono sorpreso quanto voi. Ed io non posso decidere di fare queste elevazioni. Quando cerco di eseguirle, non succede mai, mi sento del tutto impotente, ma quando sono immerso nella danza e sono completamente perduto, quando non esisto più…allora succede, come se improvvisamente non esistesse più alcuna forza di gravità. Divento privo di peso, non sento più il peso del mio corpo, è come se fossi trasportato verso l'alto invece che verso il basso.
Vi ho fatto visualizzare tutto questo, per poter farvi capire che non c'è assolutamente bisogno di fare uso di stupefacenti perché ogni volta che ti immergi totalmente in qualcosa (come il ballerino è immerso totalmente nella danza) sei in estasi.



advanced technologic sound magazine
2001



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