issue 82

FARGETTA


.MARIO FARGETTA, PROBABILMENTE IL DEEJAY PIU' RICHIESTO E CORTEGGIATO D'ITALIA. ULTIMAMENTE ANCHE DEL MONDO.

 by Ricky Sada

Corre l'anno 1984 quando un ventiduenne di origine siciliana con un diploma di arredatore e l'hobby del mixer, cerca di costruirsi un futuro come giocatore di calcio. All'arrivo di un amico che gli chiede "Rinunceresti a tutto questo, e soprattutto alla maglia numero nove, per venire a fare il tecnico in una radio di Milano?", lui annuisce. Dopo quattordici anni, Mario Fargetta non si è affatto pentito di aver detto sì all'amico Linus, forte dell'esperienza a Radio Super Antenna di Monza. Radio DeeJay, nata sulle ceneri di Radio Music, è davvero una realtà. Così come la presenza di Claudio Cecchetto, "una persona a cui devo molto". Mario supporta il programma mattutino di Gerry Scotti e le dirette di Amadeus, successivamente collabora con Jovanotti e più tardi con Albertino. Millenovecentottantanove: per Mario è un sogno. Con il programma DeeJay Time e l'affiatata coppia Fargetta-Albertino nasce l'imitata moda di utilizzare dal vivo il campionatore. Mario conquista il suo spazio all'interno del programma, Fargetta Mixing For You, durante il quale riesce a miscelare sette brani, anche di genere diverso, scelti da uno radioascoltatore. La parentesi televisiva nella sua vita, ogni domenica pomeriggio, su Italia Uno e Radio DeeJay, è Volevo Salutare, come consueto al fianco della compagna Federica Panicucci e dell'immancabile Albertino. "Fede? Non mi piace parlare della nostra vita sentimentale: io non sono uno da giornali scandalistici".

Mario è un dj freelance ("durante le serate, quando metto un disco su un piatto, mi vengono tantissime idee: è in quell'occasione che mi rendo conto quanta passione occorre per fare bene questo mestiere"), e anche un valido produttore discografico: è reduce dal successo del progetto The Tamperer. Era dai tempi di Gala, e ancor prima Black Box, Corona e Robert Miles, che gli italiani non provavano ad attaccare la terra di Albione. "Tutto è nato a Ibiza quando il mio amico e collega Alex Farolfi si accorse, durante una serata all'ex Ku, che la gente impazziva quando il dj suonava 'Can You Feel It' dei Jackson 5, in particolar modo quando partiva il riff di campane. Quando Alex tornò in Italia e mi suggerì di fare un pezzo con quel sample. Andammo in uno studio che secondo noi 'suona' benissimo e di proprietà di due nostri amici, Rossano Prini e Luca Mensi della E-Mail Records, lì costruimmo una base ma mi venne subito un dubbio: mancava un cantato. Il mio socio Giuliano Saglia ci consegnò quattro acappelle. Ci colpì quella di Laura, una ragazza che lavora per dei musical di Broadway e che per l'occasione abbiamo ribattezzato Maya. Lei è sempre in giro per il mondo, abita a New York e penso che ultimamente si sia montata un po' la testa: chiede venticinque milioni a turno. Da settimane stiamo lavorando al follow-up, per il quale sono stato molto attento al testo, come per il precedente, perché in Inghilterra non sono ben accette le canzoni senza senso".

Fargetta, ovvero Get-Far, come firma svariati rmx: da A.K. Soul feat. Jocelyn Brown, Simone Jay a Gayà, da Chase a Datura, sino a T42 "anche se quello che mi diede più soddisfazioni fu quello di 'Alright' per Roc & Kato". "Get-Far... E' stato un dj inglese a battezzarmi così: penso significhi, in uno slang stranissimo, vai lontano. Ai tempi, dopo aver fatto 'The Music Is Movin', il mio primo disco fatto con Max Persona, realizzai il follow-up 'Music', sempre con la Media Records, cover del mio brano preferito scritto da John Miles; questo dj non poteva leggere perfettamente il mio nome, avrebbe dovuto dire 'Farghetta', allora lo cambiò in Farjetta e da qui lo stravolse; diceva: 'ecco il disco dell'italiano Get-Far Farjetta".

Un rapporto sviscerato con la musica, Mario. "Mi piace produrre pezzi. Io non metto mano alle strumentazione perché preferisco che lo faccia un professionista, però partecipo attivamente. Non arrivo in studio a guardare ciò che uno ha già combinato, non è nella mia filosofia. Voglio innanzitutto che con la persona con la quale lavoro ci sia il massimo dell'intesa". Come con Graziano Fanelli della Evento Musica di Brescia. "Una persona d'oro. Un serio ed eccezionale professionista ma soprattutto un vero uomo, una persona squisita, vera. Io quando vado da lui mi sento in casa mia". Con Graziano, Mario realizza remix e, ultimamente, brani inediti. In Media Records, lavorando con il produttore Paolo Sandrini e l'intero staff coordinato da Mauro Picotto, viene curato il progetto da solista, di seguito pubblicato dalla Dance Factory. "Il nuovo singolo uscirà al massimo alla fine del mese di settembre", svela Mario. Poi ci sono i citati Rossano e Luca, nel loro studio di Usmate Velate. "Una coppia fortissima: due pazzi, nel senso buono. Anche lì mi diverto e mi trovo davvero bene". La scelta cade sempre su esperti del settore, niente viene lasciato al caso. D'altro canto, in un periodo di ipercompetizione, "è meglio lavorare con i migliori, con chi è aggiornato e riesce a motivarti con la sua presenza. Mi spaventa l'idea di svegliarmi un giorno e non sapere più cosa va, magari restando convinto dei miei pensieri, delle mie convinzioni".

C'è un suo vago interesse verso la hardbag, oltre che la house più classica. "Mi piacciono prodotti un po' tirati, come DJ Disco e tutte le realizzazioni dei Klubbheads. Ma anche progetti classici 'alla Todd Terry' o 'alla Joe T. Vannelli'. Seguo con interesse Norman Cook che ha dato il via a quel sound in cui è molto presente il groove: ottimi i suoi lavori da solista e i remix per Cornershop e Wildchild". Fargetta attratto anche dalla speed-garage e dalla big-beat? Non solo: "anche da produttori come The Shamen e Puff Daddy".

Albertino, "un amico con cui ci si diverte, si improvvisa, che io rispetto perché entrambi rispettiamo il relativo ruolo: se io sono a Radio DeeJay è solo per merito suo". Di seguito, il collega Maurizio Molella. Che differenze con quest'ultimo? "Ognuno ha il suo carattere. Ci accomuna l'amicizia, altrimenti non riusciremmo a lavorare insieme. Maurizio dedica molto tempo allo studio, io alla radio. I risultati si notano nei rispettivi settori".

Mario vorrebbe che i suoi risultati si notassero anche nel mondo del calcio. Lui è dove c'è un pallone. "Una passione irrefrenabile. Amo il calcio, sono calciofilo in maniera attiva e passiva. Tifo Juve e mi reputo uno sportivo vero". Doveva militare in una squadra di bassa categoria. Lui avrebbe preteso esclusivamente la massima serie. Ma a trentasei anni Mario avrebbe già appeso le scarpette al chiodo. Invece è titolare della squadra di Radio DeeJay. Dentro e fuori dal campo. Perché, come si suol dire, anche con la cuffia è un simpaticone che 'fa spogliatoio'.

  

 
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